Svalutazione/Rivalutazione

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Svalutazione/ Rivalutazione in sintesi.
  1. SVALUTAZIONE/ RIVALUTAZIONE: COME LE VALUTE SI SVALUTANO O SI RIVALUTANO SUL MERCATO GLOBALE.
  2. UNIONE VALUTARIA: COME SI RIPOSIZIONANO LE VALUTE QUANDO SI SVINCOLANO DAL LORO LEGAME MONETARIO (ad esempio l'ECU o l'EURO).
  3. E' VERO CHE UNA SVALUTAZIONE DEL 20% COMPORTI UN AUMENTO DELL'INFLAZIONE DEL 20%?
  4. LA SVALUTAZIONE DI UNA VALUTA CORRISPONDE SEMPRE ALLA RIVALUTAZIONE DI UN ALTRA.
  5. L'ESPORTAZIONE DI CAPITALI RAFFORZA LA VALUTA SENZA BISOGNO DI VENDERE NULLA.

 

 

INTRODUZIONE: Svalutazione/ Rivalutazione in sintesi.

Con regime di cambi fluttuanti fiat:

  • Le ESPORTAZIONI fanno apprezzare/rivalutare la valuta verso i mercati globali.

  • Le IMPORTAZIONI fanno deprezzare/svalutare la valuta verso i mercati globali.

Con regime di cambi fissi:
Le valute rimangono vincolate tra di loro a tasso di cambio fisso, con tute le conseguenze che ne derivano (vedi pag EurExit).

 

 

1) SVALUTAZIONE/ RIVALUTAZIONE: COME LE VALUTE SI SVALUTANO O SI RIVALUTANO SUL MERCATO GLOBALE.

LA VALUTA CHE VIENE ACQUISTATA SI APPREZZA, LA VALUTA CHE VIENE VENDUTA SI SVALUTA.

Secondo la legge di mercato, la valuta acquistata aumenta di valore rispetto a quella venduta, e viceversa.
Ma come può uno Stato indurre gli altri Stati ad acquistare la propria valuta?
Risposta: Con le esportazioni.
Quando un imprenditore privato vende un suo prodotto (lavoro-bene-servizio), esso ottiene in cambio dei soldi.
Se vende nel mercato interno nazionale, esso viene pagato dai suoi concittadini acquirenti in valuta nazionale.
Se vende all’estero, esso viene pagato dagli acquirenti stranieri in valuta estera.
Con un esempio pratico:
Il cittadino americano che compra un prodotto cinese dalla Cina, paga in Dollari.
La Cina dunque attraverso le sue esportazioni ottiene Dollari.
Ma il produttore cinese che vive in Cina, NON usa Dollari per vivere in Cina, ma usa Yuan cinese.
Quindi i Dollari convertiti in Yuan, andranno a produrre un rafforzamento della valuta acquistata (Yuan) verso la valuta venduta (Dollaro). Allo stesso modo:

  1. -Gli USA che esportano in Cina ottengono un rafforzamento del Dollaro sullo Yuan.

  2. -Il Giappone che esporta in Europa ottiene un rafforzamento dello Yen sull'Euro.

  3. -L'Italia che esportava in USA otteneva un rafforzamento della Lira sul Dollaro.

Ecc ecc.
Poi una volta che un paese come ad esempio l’Italia, ha ottenuto un rafforzamento della sua valuta nazionale nei confronti del Dollaro USA, l’Italia con la sua valuta rafforzata sarà in grado di comprare agevolmente tutte le importazioni di cui necessità, come ad esempio il Petrolio piuttosto che altre materie prime (che sono giusto appunto prezzate in Dollari).
Da qui la regola madre del mercato globale delle valute. Infatti:
A cosa serve l’esportazione?
ATTENZIONE: Le esportazioni NON servono in alcun modo ad ottenere nuovi soldi aggiuntivi per la propria economia , giacché ciascuno Stato è già in grado di auto-prodursi da solo tutti i soldi nazionali che gli servono.
Bensì:

REGOLA MADRE: ****L’esportazione serve ad uno Stato soltanto a favorire le importazioni dei beni che gli mancano/servono (poiché NON ne dispone) come ad esempio il petrolio piuttosto che le già citate materie prime; niente di più.***

Dopo di che:
Se uno Stato esporta troppo, la sua valuta si rafforza sempre più, fino a rendere i suoi prodotti carissimi per il mercato estero, cosa che impedirà ai paesi importatori di continuare a comprare le sue merci; il suo export quindi frena, e in questo modo gli altri paesi competitors riconquistano le quote di terreno perdute, consentendo a tutti gli Stati di rimanere entro un certo equilibrio, che in altre parole significa PACE.

NOTA BENE: Questa regola sopra citata vale fino a che il tavolo da gioco (delle valute) NON venga truccato, come accade ad esempio in Europa con l’EURO.
Vedi Pag SME ed ECU.

Scritto da: Cristian Minerva.

Fonti: Corso di formazione MMT - Quarta lezione i tassi di cambio - Filippo Abbate

 

 

2) UNIONE VALUTARIA: COME SI RIPOSIZIONANO LE VALUTE QUANDO SI SVINCOLANO DAL LORO LEGAME MONETARIO (ad esempio l'ECU o l'EURO).

IL CAMBIO FISSO FALSA I VALORI VALUTARI AVVANTAGGIANDO I FORTI A SCAPITO DEI DEBOLI.

Nell'ECU  le valute erano quotate ad un valore ricavato dalla media di tutte le valute partecipanti (stessa cosa nell'Euro).
Significa che se c'erano 2 valute agli antipodi come il Marco forte e la Lira debole, le 2 valute nell'ECU si incontravano a metà strada laddove il Marco svalutava e la Lira rivalutava.
Poi accadeva che per tutto il periodo del legame, le valute per via del cambio fisso non si potevano assestare di volta in volta sui loro valori effettivi, ma restavano bloccate fra di loro coi rispettivi cambi che di conseguenza risultavano alterati nel loro valore reale.
Quando salta il tasso di cambio fisso, accade che le valute si riposizionino al loro tasso di cambio naturale di libero mercato, recuperando o perdendo (a seconda dei casi) il "pezzo" di quota accumulatasi durante il legame.
Quando diverse valute vincolate fra di loro per diversi anni si sganciano, il loro tasso di cambio si riallinea secondo la seguente formula:

NANDO IOPPOLO (min 37:12): "Si svaluta il cambio in misura pari al differenziale di inflazione residuo.
Ovvero:
- Si prende il numero degli anni del vincolo monetario,
- si calcola la media dell'inflazione di ciascun paese registrata durante il numero degli anni dell'unione monetaria,
- si calcola la differenza fra i risultati ottenuti,
- la differenza ottenuta è il "valore residuo" che si andrà a sommare o sottrarre al valore delle valute nel momento di rottura della loro unione.
Esempio:
Supponiamo che in Germania ci sia una inflazione del 2%, in Italia una inflazione del 5%; il differenziale è il 3%:
Si svaluta la Lira del 3% sul Marco (oppure viceversa si rivaluta il Marco del 3% sulla Lira, essendo che la svalutazione dell'uno corrisponde alla rivalutazione dell'altro), e le posizioni economiche dei 2 paesi resteranno invariate fra di loro, ovvero la competitività delle rispettive imprese resterà inalterata."

In base a questo calcolo, nel 1992 quando lo SME saltò, le varie monete si riallinearono sui rispettivi cambi:
La Lira ad es si svalutò in una forchetta che oscillava fra il 20 e il 30% in base alla valuta presa come riferimento, il Marco tedesco rivalutò nella stessa misura.
In sostanza con l'unione monetaria accade che:
Durante il tasso di cambio fisso (SME od EURO), lo Stato che esporta di più si dovrebbe trovare con la sua valuta che acquisisce conseguentemente valore, e invece il divario rimane bloccato a causa del vincolo valutario.
In tal modo il paese che sta esportando meno si ritrova a dover attuare politiche monetarie penalizzanti per cercare di sostenere il suo cambio ai valori prestabiliti.
E' un cane che si morde la coda in quanto lo Stato debole per via delle politiche monetarie avverse di fatto continua a peggiorare la sua posizione a favore dello Stato più forte.
Coi tassi flottanti invece succede che lo Stato forte che esporta di più, provochi un naturale rafforzamento della sua valuta, la quale ad un certo punto diventa talmente forte da rendere troppo care le merci del suo paese, e in tal modo così le sue esportazioni frenano, consentendo però agli altri Stati di riacquisire il terreno perduto (il che significa, udite udite: niente squilibri e niente guerre).

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

3) E' VERO CHE UNA SVALUTAZIONE DEL 20% COMPORTI UN AUMENTO DELL'INFLAZIONE DEL 20%?

L'INGANNO STA NEL FAR CREDERE CHE IL COSTO DELLA MATERIA PRIMA INCIDA MOLTO PIU' DI QUANTO SIA NELLA REALTA' DEI FATTI.

E' luogo comune credere che se una moneta svaluti ad esempio del 20%, sistematicamente l'inflazione aumenterebbe del 20% a causa dell'incremento dei prezzi dovuto al rincaro delle materie prime; questo aumento a sua volta comprometterebbe l'export nazionale provocando l'affondamento dell'economia.
Vediamo se è davvero così.
A grandi linee il costo della materia prima rispetto al valore intero del prodotto finito è 1/3.
Significa che su un valore totale di 30 Euro, avremo che:

10 Euro sono il costo delle materie prime +
20 Euro è l'insieme del resto dei costi (costi di trasformazione, manodopera, ecc) =
30 Euro prezzo tot.

Stabiliamo che la moneta subisca una svalutazione improvvisa del 20% (ad esempio nel caso di un exit).
Otterremo che la materia prima aumenterà del 20% ovvero:

10 Euro + 20% = 12 Euro (costo materie prime).

Quindi se la materia prima costa 12 Euro, significa che il prezzo del prodotto finale aumenterà nel modo seguente:

12 Euro sono il costo delle materie prime +
20 Euro è l'insieme del resto dei costi (costi di trasformazione, manodopera, ecc) =
32 Euro prezzo tot.

L'aumento interno dei prezzi dunque è di soli 2 Euro su 30 totali, il che equivale ad un aumento del 6% circa e non del 20%.
Siccome però la valuta ora è svalutata del 20% rispetto alle altre, otterremo che il prezzo finale sarà anch'esso scontato del 20% sui mercati globali e dunque:

32 Euro - 20% = 25,6 Euro.

Il che significa che sui mercati globali il prezzo del nostro prodotto "Made in Italy" scende da 30 a un più competitivo 25,60 Euro a tutto favore dell'export.
Come già spiegato più volte, l'aumento dell'export provocherà un acquisto di moneta nazionale da parte dei paesi importatori, così che la moneta svalutata riconquisti progressivamente di valore, favorendo l'acquisto di tutte le materie prime che occorrono.

Cenno Storico: Come detto, è usanza diffusa sostenere che una svalutazione della moneta comporti automaticamente un aumento dell’inflazione (e altresì che una rivalutazione produca l’inverso).
Alcuni esempi storici riguardanti proprio la nostra moneta smentiscono questa affermazione:

Nel 1971 il tasso di cambio sale (RIVALUTAZIONE) e l’inflazione AUMENTA.
Nel 1977 il tasso di cambio scende (SVALUTAZIONE) e l’inflazione CALA.
Nel 1979 il tasso di cambio sale (RIVALUTAZIONE PER ENTRARE NELLO SME) e l’inflazione AUMENTA.
Nel 1992 il tasso di cambio scende (SVALUTAZIONE PER USCIRE DALLO SME) e l’inflazione CALA 

Nota Bene: L’economista Alberto Bagnai fa notare che “Nel ’92 la Lira fu svalutata di un valore che oscilla in una “forchetta” compresa fra il 20 e il 30% a seconda della valuta che si prende come riferimento, e l’inflazione scese di 1 punto percentuale, ovvero scese dal 5 al 4%”. Questo è dovuto al fatto per cui a partire dal '92 in Italia vennero attuate politiche economiche fortemente stringenti (tra l'altro anche fuori misura [N.d.a.]) che come noto producono un sistematico contenimento dell'inflazione, a dimostrazione del fatto che uno Stato in forza dei suoi pieni poteri è in grado di controllare e condizionare integralmente tutti i parametri della propria moneta, cosa che non accade in Europa con l'Euro.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

4) LA SVALUTAZIONE DI UNA VALUTA CORRISPONDE SEMPRE ALLA RIVALUTAZIONE DI UN ALTRA.

LA LIRA SVALUTAVA PERCHE' IL MARCO RIVALUTAVA.

Quante volte ci è capitato di sentire la predica nei confronti delle svalutazioni della valuta italiana ai tempi della Lira.
Ebbene:
La Lira italiana svalutava perchè dall'altra parte c'erano valute come il Marco che rivalutavano.
Non esiste svalutazione senza una corrispondente rivalutazione.
Vediamo di analizzare il funzionamento di questa dinamica per cercare di capire le ragioni che portavano ad una svalutazione della Lira a fronte di una rivalutazione del Marco.

- CAMBIO FLUTTUANTE (exLira, exMarco, exFranco, ecc.):

Senza l'Unione Monetaria, ogni paese opera sui mercati con la propria valuta.
Significa che ogni Nazione opera con i listini prezzi dei suoi prodotti nazionali quotati col proprio cambio valutario nazionale:
- L'Italia in Lire.
- La Germania in Marchi.
- La Francia in Franchi.
ecc. ecc.
Vale la regola per cui:
Il paese che esporta i suoi prodotti all'estero, induce gli altri paesi (quelli importatori) ad acquistare la sua valuta nazionale, che di conseguenza si apprezza sui mercati globali.
Poi con la valuta apprezzata, la "nostra" Nazione è in grado di acquistarsi a sua volta tutte le importazioni di cui l'economia necessita (nel caso dell'Italia le materie prime).
In questa modalità a cambi fluttuanti, accade che se un paese esportatore stia esportando troppo, magari perchè sta pagando i debiti di guerra (come ad es. la Germania), "si ritrova con la sua valuta che diviene talmente cara da rendere i suoi prodotti troppo costosi e dunque invendibili sui mercati globali" [cit Ska Keller EuroParlamentare tedesco].
Ma questo è un bene perchè così il paese eccessivamente esportatore rallenta, consentendo agli altri di recuperare il terreno perduto.
E così si resta tutti in equilibrio.
Col cambio fisso invece le cose cambiano.

- CAMBIO FISSO (ECU/Euro):

Con l'Unione Monetaria accade che le valute degli Stati si vincolino fra di loro.
Significa che ogni Nazione NON operi più con i listini prezzi nazionali, ma i prezzi vengano convertiti nel nuovo cambio valutario unico (ECU/Euro).
E come si calcola il valore dell'ECU/Euro?
Il problema sta proprio qui:

VLADIMIRO GIACCHE' (min. 45:25): "L'ECU/Euro scaturisce dalla media di tutte le valute dei paesi partecipanti l'unione.[...]"

Significa che se nell'unione ci sono 2 paesi coi cambi agli antipodi, come ad es:
- La Germania da una parte col cambio molto pesante,
- L'Italia dall'altra parte col cambio molto leggero,
i 2 cambi per incontrarsi a metà strada si devono andare incontro, il che significa:
- che la Germania va svalutando, e
- che l'Italia va rivalutando.
Quindi, a partire dal giorno dell'unione monetaria accadrà che:
- i paesi come la Germania che vanno svalutando, coi ListiniPrezzi ribassati cominceranno ad esportare a go-go,
- i paesi come l'Italia che vanno rivalutando, coi ListiniPrezzi rincarati smetteranno di esportare rimanendo al palo.
Questo è il primo baro a favore dei paesi forti, a scapito dei più deboli.
Il secondo baro deriva dal fatto che col cambio fisso, il paese che esporta molto NON subisce più il rincaro della sua moneta, visto che come abbiamo detto i cambi ora sono vincolati.
Questa disfunzione però non è che svanisca come se nulla fosse, ma si trovi a scaricarsi all'interno dell'unione monetaria indebolendo sempre di più i paesi deboli, e rafforzando quelli forti.
In sostanza accade che:
- La Germania aumentando le sue esportazioni, aumenta il suo PIL (l'export è una componente del PIL), e in questo modo si ritrova nella posizione di poter aumentare in rapporto al PIL anche la sua spesa pubblica, compiendo dunque politiche espansive che espandono l'economia.
Viceversa,
- L'Italia vedendosi ridotte le sue esportazioni, diminuisce il suo PIL (l'export è una componente del PIL), e in questo modo si ritrova nella posizione di dover diminuire in rapporto al PIL anche la sua spesa pubblica, compiendo dunque politiche restrittive che strozzano l'economia.

E' un cane che si morde la coda:
I paesi più forti diventano sempre più forti, mentre quelli deboli diventano sempre più deboli.
Siccome nello SME erano consentite bande di oscillazione sui valori delle valute, ecco che si otteneva che la Lira andava via via sempre più svalutandosi, ma perchè era il Marco che dall'altra parte si stava rivalutando, solo che la svalutazione/rivalutazione delle 2 valute in oggetto non avveniva esattamente negli stessi termini in cui sarebbe dovuto accadere in regime di cambi fluttuanti.
Coi cambi fluttuanti infatti il Marco fortissimo avrebbe sin da subito compromesso l'Export della Germania, obbligando la Nazione stessa ad attuare politiche economiche di matrice più sociale per valorizzare la propria domanda interna, (al fine di assorbire la sua produzione che non riusciva ad esportare) a tutto beneficio della classe lavoratrice tedesca, cosa questa però del tutto inaccettabile da parte della classe dominante imperialista Neo-Liberista (Germanica e NON).
In una condizione del genere avremmo certamente assistito ad una sistematica rivalutazione della Lira, che sarebbe corrisposta ad una svalutazione del Marco, a tutto vantaggio degli equilibri globali dei popoli e dunque della pace.

Tutto questo, fino a che i paesi-membri continuino a rimanere nell’Unione Monetaria.

- SCIOGLIMENTO DELL'UNIONE MONETARIA:

Quando l'Unione monetaria si scioglie, semplicemente accade che i cambi dei paesi partecipanti si riposizionino ai valori corretti, ovvero:
- I Paesi forti ritornano ad avere il cambio pesante.
- I Paesi deboli ritornano ad avere il cambio leggero.

NB: Per capire poi come tutte le valute a livello globale potrebbero essere coordinate in modo ponderato per convergere verso l'equilibrio, si legga la pag Bancor.

Scritto da: Cristian Minerva

 

 

5) L'ESPORTAZIONE DI CAPITALI RAFFORZA LA VALUTA SENZA BISOGNO DI VENDERE NULLA.

LA VALUTA SI DOVREBBE RAFFORZARE SOLTANTO PER MEZZO DELLE ESPORTAZIONI DI PRODOTTI (BENI e SERVIZI) REALI.

Un paese dovrebbe ottenere il rafforzamento della propria valuta nazionale esclusivamente per mezzo delle sue esportazioni di prodotti reali.
In effetti se un paese esporta prodotti-beni-servizi significa che dispone di capacità industriale indispensabile a poter essere auto-sufficiente senza dover dipendere dagli altri.
Nel SistemaMonetario globale BancOr era previsto che se un paese stava importando troppo a causa del fatto che la sua ProduzioneIndustriale NON era adeguata, l'Organizzazione Mondiale del Commercio (ITO) avrebbe previsto di finanziare il riallineamento della ProduzioneIndustriale arretrata del paese in DEFICIT, in modo da far convergere tutti gli Stati verso un equilibrio di auto-sufficienza.
Il finanziamento sarebbe avvenuto per mezzo della BancaMondiale ICU, che avrebbe finanziato in BancOr.
E qui sta il punto:
Se invece di usare i BancOr di BancaMondiale ICU, si fosse lasciata la libertà di finanziare i paesi coi capitali in valute estere, sarebbe accaduto che il SistemaMonetario si sarebbe alterato giacchè il paese prestatore avrebbe ottenuto un rafforzamento della sua valuta senza esportare ProduzioneIndustriale.
E' ciò che accade ad esempio agli StatiUniti nel momento n cui prestano i Dollari americani agli altri Sati per mezzo dei loro Fondi di Investimento piuttosto che del FondoMonetarioInternazionale FMI.
In questo modo gli USA ottengono un rafforzamento della loro valuta senza produrre ed esportare nulla, esercitando in più dominio monetario.
In oltre questa modalità di finanziamento capitalistico è predatoria, accentuando i divari e le tensioni invece che ridurli, diversamente dalla modalità di finanziamento solidale di BancaMondiale ICU.

Scritto da: Cristian Minerva