Situazione Cile

Sequenza degli articoli:

  • INTRODUZIONE: Situazione Cile in sintesi.
  1. CRISI CILE: UN ESEMPIO PRATICO DI APPLICAZIONE DEL MODELLO NEOLIBERISTA.
  2. GOLPE PINOCHET: ESEMPIO DI ROVESCIAMENTO DI GOVERNO SPONSORIZZATO DA INTERESSI STRANIERI

 

 

INTRODUZIONE: Situazione Cile in sintesi.

La MACROeconomia si svolge tra i soliti 2 estremi di sempre:

  1. SinistraComunista: Tutto pubblico.

  2. DestraLiberista: Tutto privato.

  3. In Centro sta il modello misto pubblico-privato.

Il modello NeoLiberista attuato in Cile ha prodotto i soliti 2 rovesci della medaglia:

  • -da una parte progresso economico, ma

  • -dall'altra parte regresso sociale,

con la forbice tra ricchi e poveri che si espande verso il massimo.

 

 

1) CRISI CILE: UN ESEMPIO PRATICO DI APPLICAZIONE DEL MODELLO NEOLIBERISTA.

BREVE ANALISI STORICA PER CAPIRE LE RAGIONI CHE HANNO PORTATO ALL'ATTUALE CRISI.

Il Cile è sempre stato portato come esempio di successo ottenuto mediante l'attuazione della dottrina liberista.
Oggi il Cile è in preda a rivolte popolari di massa.
Cosa è successo?
Analizzando la storia otteniamo le risposte che servono.
Il modello liberista viene introdotto in Cile dal dittatore Pinochet, giunto al potere in seguito ad un golpe militare negli anni '70.
Il modello liberista andava sostituendo il precedente modello comunista (dimostratosi fino a quel momento scarsamente efficace).
Pinochet, arrivato al potere, nominò un gruppo di economisti che erano stati educati negli Stati Uniti all'Università di Chicago.
I Chicago boys avviarono delle politiche neoliberiste basate sul laissez-faire, sul libero mercato e sul conservatorismo fiscale, in netto contrasto con l'intensivo programma di nazionalizzazione ed economia pianificata, portato avanti dalla vecchia governance comunista.
La spesa pubblica venne tagliata.
Con l'attuazione delle politiche neoliberiste il Cile cominciò ad attirare su di sè ingenti capitali provenienti dall'estero (specie USA) , come da copione liberista.
Ovviamente il copione liberista vuole che per attirare capitali dall'estero, lo Stato deva attuare tutta una serie di riforme volte a ridurre i salari, le pensioni, nonchè privatizzare e liberalizzare tutti gli asset pubblici strategici (servizi pubblici in genere).
Wikipedia fornisce la seguente descrizione economica cilena coi seguenti dati:

Wikipedia: "A causa della riduzione nella spesa pubblica, decine di migliaia di dipendenti pubblici vennero espulsi da impieghi in altri settori dello Stato.
Le politiche economiche sposate dai "Chicago Boys" e implementate dalla giunta causarono inizialmente gravi danni ai settori più poveri della società cilena.
Tra il 1970 e il 1989 ci furono ampi tagli nei redditi e nei servizi sociali.
Gli stipendi decrebbero dell'8%, I risparmi delle famiglie erano il 28% di quello che erano stati nel 1970 e i budget per istruzione, salute e alloggi erano scesi di oltre il 20% in media.
Il massiccio incremento nelle spese militari e i tagli nei finanziamenti ai servizi pubblici coincisero con la diminuzione dei salari e il costante aumento della disoccupazione, che era in media del 26% negli anni 1982-1985 arrivando a punte del 30%.
Le politiche di Pinochet portarono ad una sostanziale crescita del Prodotto Interno Lordo, in contrasto con la crescita negativa vista negli ultimi anni della vecchia amministrazione comunista.
Il 20% più ricco dei percettori di reddito in conclusione fu quello che guadagnò di più da tale crescita, ricevendo l'85% dell'incremento [Schatan, 1990].
Anche il debito estero crebbe sostanzialmente sotto Pinochet, salendo del 300% tra il 1974 e il 1988.
Le politiche di Pinochet vennero lodate internazionalmente per essere riuscite a trasformare l'economia cilena e aver portato il PIL del Cile ad una sostanziosa crescita.
Il primo ministro britannico Margaret Thatcher accreditò Pinochet per una prosperosa economia della libera impresa, e ridimensionò il mancato rispetto dei diritti umani da parte della giunta, condannando una "Sinistra internazionale organizzata che è in cerca di vendetta".
Secondo gli oppositori il "miracolo economico" cileno che gli economisti liberisti portano ad esempio, sarebbe fondamentalmente basato sull'esportazione di materie prime, in particolare del rame, che ha sempre avuto un ruolo importante, soprattutto a partire dagli anni '90 con la modernizzazione di gran parte delle reti telefoniche mondiali.
Alcuni studi stimano infatti il contributo delle esportazioni di rame al PIL intorno al 40%.
La crescita economica sarebbe quindi fondata su una rendita naturale, e su un modello per così dire mercantilista e non liberista."

Verrebbe da chiedersi perchè allora la maggior parte dei liberisti, fino a che non c'era la crisi, continuavano imperterriti a proporre il Cile come esempio pratico di successo del liberismo (sarà forse perchè oltre al Cile, non vi erano altri esempi pratici di successi liberisti da poter proporre...).
Sta di fatto che qualcosa nel modello liberista non abbia funzionato, e il risultato è che oggi l'economia del Cile è al palo.
La crisi che investe il Cile nei giorni odierni è spiegata da Arnaldo Vitangeli (Lafinanzasulweb) con la seguente lettura:

ARNALDO VITANGELI: "Questa rivolta, questa protesta in Cile, ha degli aspetti paradigmatici in un certo senso, Perché il Cile è un paese che dopo la dittatura di Pinochet ha applicato alla lettera I dogmi del neoliberismo e della scuola di Chicago, e nel nella descrizione, nel racconto degli apologeti del pensiero unico neoliberista, è un caso di successo.
Negli scorsi decenni il PIL del Cile è cresciuto a ritmi sostenuti con un'inflazione che si è mantenuta su valori vicini al 2% che è quello ritenuto ottimale dagli economisti.
Ma allora perché in un paese che apparentemente, almeno basandosi sui sui criteri dell'economia classica, dovrebbe essere solido, invece scoppia una rivolta di queste dimensioni e di questa violenza contro il sistema?
La risposta è che:
Il costo della vita per la grande maggioranza della popolazione cilena, pur in presenza di decenni di crescita, diventa continuamente più insopportabile, e le differenze sociali che sono sempre state ampie in quel paese, hanno raggiunto livelli intollerabili.
Il Cile in pratica è un esempio lampante degli effetti delle politiche neoliberiste, anche in quei paesi in cui queste sembrerebbero funzionare.
Infatti per i paesi emergenti come il Cile (ma anche per i paesi più sviluppati) in una prima fase le riforme neoliberiste possono anche portare a una crescita, che in certi casi può essere anche molto sviluppata.
Questo accade in seguito all'afflusso dei capitali transnazionali che di solito accorrono proprio in quei paesi che hanno liberalizzato il proprio mercato e che hanno aderito alle norme neoliberiste del "Washinton consensus".
L'afflusso di capitali droga l'economia, e quanto più i capitali arrivano in modo massiccio (gonfiando bolle speculative), tanto più gli indicatori economici riportano valori di crescita elevata.
La stessa crescita dopata la si può osservare anche nei i paesi sviluppati allorchè questi grandi fondi, questi grandi capitali transnazionali, si mettono ad acquisire parte del sistema industriale strategico, o comunque si mettono ad investire massicciamente in un determinato Paese per sopraggiunte circostanze momentaneamente favorevoli (sono tutti quei casi in cui si vedono arrivare improvvisamente al potere governi fortemente liberisti che si mettono ad attuare riforme liberiste selvagge che ingolosiscono particolarmente gli speculatori [N.d.a.]).
In quel caso gli investimenti attratti generano un forte aumento del PIL, ma il prezzo è quello della distruzione della tutela del lavoro (NON compatibile con il modello neoliberista), la diminuzione reale dei salari, tutte manovre che inducono ad un aumento di differenze sociali scandalose e insopportabili per la popolazione.
Alla fase di entusiasmo dei mercati, poi spesso seguono l'esplosione di bolle speculative che inducono l'economia in crisi, con conseguente  fuga dei capitali (gli stessi che avevano investito), i quali si ritrovano a migrare alla solita ricerca di lidi più vantaggiosi, producendo il conseguente aggravamento della crisi e dell'instabilità economica e finanziaria. "

Alla fine di questo ciclo, tipico del modello liberista, il risultato ottenuto è sostanzialmente sempre il medesimo: economia saccheggiata dagli investitori speculativi esteri, servizi pubblici ridotti all'osso e inefficienti (a fronte di servizi privatizzati coi prezzi stellari accessibili solo ai ricchi), salari pensioni e stipendi a livelli da fame, disoccupazione dilagante e squilibri sociali ai massimi livelli.
La popolazione cilena oggi sta pagando il conto derivato dagli effetti causati dall'applicazione del modello neoliberista nel proprio tessuto economico-sociale, e le rivolte popolari dei giorni odierni ne sono la naturale conseguenza.

NOTA BENE: I sostenitori del liberismo si rifiutano di accettare come causa della crisi cilena il fallimento delle ricette neoliberiste, indicando piuttosto come causa della crisi cilena,  l'eccessivo statalismo da parte del governo in carica.
Va però detto che un eccessivo statalismo dovrebbe per contro corrispondere ad una presenza massiccia dello Stato nei suoi comparti pubblici, cosa che è in contrasto col fatto che il Cile in tutti questi anni di liberismo abbia perseguito linee guida che andavano nella direzione opposta, ovvero quella liberista appunto che prevede la privatizzazione e liberalizzazione di tutti i servizi pubblici in genere.

Scritto da: Cristian Minerva
Fonti: Video su YouTube "[sette+] Rivolte antiliberiste, Germania in crisi e Draghi presidente"..   Wikipedia "Cile di Pinochet"

 

 

2) GOLPE PINOCHET: ESEMPIO DI ROVESCIAMENTO DI GOVERNO SPONSORIZZATO DA INTERESSI STRANIERI.

GRAZIE ALLE RIFORME LIBERISTE, LO STATO PREDATORE E' IN GRADO DI COLONIZZARE LO STATO PREDATO SENZA APPARENTI GUERRE DIRETTE.

Il golpe militare di Pinochet segue lo schema classico liberista visto in molte altre parti del mondo.
Quando ci sono delle Nazioni di interesse geo-strategico e gli accordi di equilibrio internazionali vietano gli attacchi diretti da parte di una nazione all'altra, il problema da parte dello Stato dominante può essere scavalcato adottando politiche di attacco geo-strategico non convenzionale.
Una di queste è quella adottata in Cile.
Si individua all'interno del Paese in oggetto, l'organizzazione, o il movimento, o il partito capeggiato dal Leader di turno congeniale all'ideologia economica del paese dominante.
Si infiltra l'organizzazione, o il movimento, o il partito, e lo si rafforza per prepararla all'attacco.
Poi attraverso un golpe, l'organizzazione rovescia il governo e prende il controllo del paese.
A quel punto senza bisogno di attuare invasioni/colonizzazioni palesi, il paese estero aggressore promotore della crisi, grazie all'attuazione delle riforme liberiste, è in grado di invadere il paese colonizzato comprandosene tutti i principali asset strategici.

NOTA BENE (Materie prime): Per comprendere come dovrebbero essere gestite a livello globale tutte le risorse primarie minerali ed energetiche di tutti gli Stati (nel caso del Cile, il rame), si legga la pag "Petrolio & Materie prime".

Scritto da: Cristian Minerva